33 – I FIORI, I CONFINI DELL’EGITTO E L’INTELLIGENZA DIVINA

Fiori! Fiori per te! Ammirazione per te! Amore per te! Sentimenti di Speranza per te! Riconoscimenti di Splendore per te! Omaggio e Rispetto per te! Il fiore rappresenta tutti questi ardenti e benevoli sentimenti e molti altri. La gioia ed il piacere di chi offre un fiore è evidenziato, misurato, bilanciato e ripagato dalla gioia e dal piacere di chi lo riceve. Il fiore rappresenta anche l’Amore cosmico eterno e senza fine, origine della vita generantesi e rigenerantesi dovunque nell’Universo nel divenire perenne dell’evoluzione. L’importanza del valore dei fiori quindi va molto al di là del valore dei fiori a sè stanti. I fiori sono la migliore manifestazione della vita. Senza la spiritualità da essi rappresentata noi non esisteremmo. I fiori rappresentano la bellezza, la perfezione ed il mistero del divino.

Fu per tale motivo che i nostri arcaici antenati, nell’esprimere gli eterni concetti alla base della civiltà dell’Uomo, quando, nella notte dei tempi, procedettero alla demarcazione dei confini dell’Egitto antico, inclusero la naturale geografia dello stesso Egitto nel mettere in risalto l’importanza del significato dei fiori, riferendosi nel caso specifico al fior di loto, crescente nelle acque tranquille e stagnanti, principalmente lungo l’estuario, del Nilo. L’Egitto era diviso tradizionalmente fra Basso Egitto, l’area dell’estuario aprentesi a forma di calice di un fiore, ed Alto Egitto, una stretta fascia di terra lungo il Nilo, somigliante al gambo dello stesso fiore. Questa caratteristica fisica del Paese diede quindi origine alla sua rappresentazione come quella del fior di loto, il fiore caratteristico dello stesso Egitto. Innumerevoli bellissimi antichi dipinti di tali fiori testimoniano dell’importanza che gli antichi egiziani davano ad essi che erano anche il simbolo del loro Paese.

Per meglio fare risaltare questa caratteristica floreale, nel disegno generale di creare l’Egitto perfetto a similitudine dell’Ordine Cosmico, secondo il principio “come sopra così sotto”, per la demarcazione del confine orientale e del confine occidentale furono scelti i due meridiani che lambivano, ad est e ad ovest, l’estuario del Nilo, estuario che d’ora in poi chiameremo “Delta” secondo la denominazione greca dello stesso. Essendo il meridiano centrale dell’Egitto il meridiano di 31° 14′ Est, bisecante il delta e seguente il corso del Nilo verso Sud, il meridiano del confine orientale fu il meridiano 32° 38′ Est, ad 1° 24′ dal meridiano centrale, mentre il meridiano del confine occidentale fu il meridiano 29° 50′ Est, anch’esso ad 1° 24′ dal meridiano centrale. Il meridiano centrale di 31° 14′ di oggi era naturalmente a quei tempi il meridiano centrale 0°, o Primo Meridiano, della Terra tutta, come il nostro meridiano di Greenwich odierno.

Il confine meridionale fu la latitudine di 24° 00′ Nord, rappresentante l’inclinazione dell’asse terrestre sull’eclittica ai tempi della demarcazione dei confini dell’Egitto secondo l’Ordine Cosmico, dove il Sole raggiungeva lo Zenith una volta all’anno al solstizio d’estate. Il confine meridionale marcava quindi il Tropico del Cancro di quei tempi, come abbiamo già visto nell’articolo n.15 su Akhenaten che prego il lettore di visionare per quanto si riferisce a questi due confini, settentrionale e meridionale. Il confine settentrionale era alla latitudine di 31° 30′ Nord che era la latitudine di Behdet, la capitale pre-dinastica del paese. Con tali confini l’Egitto quindi era uno specchio ed una fetta del Cosmo sulla Terra come descritto all’articolo n. 15.

In questi confini di estensione massima del Paese, fu meglio definita l’area del delta come un triangolo, con la punta o apex in basso, sul meridiano centrale di 31° 14′ Est ed alla latitudine di 30° 06′  Nord. Questo apex del delta era la punta meridionale dell’isolotto oggi chiamato Al-Warraq, sul Nilo, subito a Nord del Cairo, il punto cioè dove il Nilo incominciava a dividersi nelle tante diramazioni componenti l’estuario o delta. Questo apex era anche il punto geodetico chiamato “Pi-Hapi” che era considerato il centro di tutte le terre emerse del mondo. La base del triangolo del delta fu stabilita dal tratto di parallelo di 31° 06′ Nord compreso fra i meridiani dei menzionati confini orientale ed occidentale. I due vertici su questo parallelo corrispondevano in pratica all’incontro fra le estremità della forma del fior di loto con la linea costiera, Pelusium ad est e la località della futura Alessandria ad ovest. Il delta quindi era un triangolo isoscele perfetto.

L’Egitto, oltre a chiamarsi anche “Al-Misr” in lingua araba, era chiamato in origine dagli antichi egiziani “To-Mera” che significa la terra del triangolo “Mr”. Il triangolo “mr” era un triangolo rettangolo nel quale, oltre all’angolo retto, uno dei due angoli era di 36° e l’altro necessariamente di 54°. Questo triangolo era ritenuto importantissimo, quasi sacro, perchè era, ed è ancora naturalmente, un surrogato della nostra matematica e geometria di oggi, e veniva e venne usato per moltissimi scopi fra cui la mappatura del cosmo e la mappatura della Terra. Tanta era l’importanza di questo triangolo che esso fu incorporato nei descritti confini dell’Egitto. Il triangolo isoscele del delta bisecato dal meridiano centrale di 31° 14′ Est dava cioè origine  a due triangoli rettangoli del tipo “Mr” che davano origine alla terra “To-Mera”.

La particolarità del triangolo “mr” è che da esso si possono ricavare i valori trigonometrici di tutti gli angoli da 1 a 360 gradi, perchè 36° sono 2/5 di un angolo retto e 1/10 di una intera circonferenza, ciò che permette una facile mappatura ed operazioni su sfere, includendo inoltre i rapporti dell’Armonia e quindi l’apprezzamento ed il riconoscimento delle meraviglie dell’Universo. Un triangolo “mr” con un cateto 100 ha una ipotenusa di 123 e l’altro cateto di 72. Ed il seno di 18° = coseno di 72° = inverso di due volte la sezione aurea = 0,3090. Parimenti il seno di 54° = coseno di 36° = metà sezione aurea = 0,8090. Ed ancora la secante di 36° = cosecante di 54° = 2 diviso sezione aurea = 1,2360. E la secante di 72° = cosecante di 18° = due volte la sezione aurea = 3,2360. Naturalmente la sezione aurea è 1,618.

Il triangolo “mr” del Paese “To-Mera” era considerato, per quanto sinteticamente mostrato, quindi il “mattone dell’Universo e dell’Ordine Cosmico”. Oltre che essere un utile strumento di misurazione e rilevazione, esprimeva anche la sezione aurea, che è un rapporto fra numeri o dimensioni diversi, ed è espressa matematicamente dalla famosa serie di Fibonacci dove partendo da uno e sommando i numeri successivi si ottiene 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89 eccetera e dove il rapporto fra due di questi consecutivi numeri dà sempre il risultato di 1,618. E questa sezione aurea in natura la si ritrova in tutte le forme del creato, dalla forma delle galassie a quella del guscio di una chiocciola, alle foglie degli alberi o dei fiori, nelle dimensioni del corpo umano e nella bellezza femminile, in una musica piacevole come rapporto fra note musicali diverse, e tanto altro.

E’ per questo che si usa il termine “Intelligenza Divina”, perchè sembra che la natura sia stata creata da un Grande Architetto e Matematico. E questo triangolo “Mr” è anche il campo di battaglia fra i “creazionisti” ed “evoluzionisti” nelle loro  contrastanti visioni sull’origine della vita. Questo triangolo inoltre ha ricevuto la massima attenzione negli Elementi di Euclide, mentre i Pitagorici usavano quale loro simbolo la stella a cinque punte che è una combinazione di tali triangoli “Mr”.

Visto dall’alto l’Egitto, entro i descritti confini, si presentava quindi come un rettangolo molto allungato, simile ad una colonna, entro il quale, col Nilo e l’estuario, un meraviglioso fiore cresceva a rappresentare  l’Armonia e la bellezza dell’Universo. Fu così che, ad immortalare questi concetti e queste realtà per l’eternità originò l’idea della “COLONNA”. Le colonne ed i colonnati, con i loro splendidi capitelli, la parte ridondante fino al confine estremo di 31° 30′ Nord, da quei remoti tempi dei creatori della civiltà, hanno ornato ed ornano i monumenti di tutto il mondo, a testimoniare i sentimenti di omaggio e ammirazione per la perfezione del Cosmo e del suo Spirito Divino.

Vedi anche n. 15 su Akhenaten per i confini meridionale e settentrionale.

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2 Risposte to “33 – I FIORI, I CONFINI DELL’EGITTO E L’INTELLIGENZA DIVINA”

  1. laurin42 Says:

    Questo è il più bel fiore donato oggi a chi festeggia la festa delle donne!
    Un fiore che dura nel tempo e che sarà un faro nella nebbia della dimenticanza.
    Un fiore che sboccia ogni volta che doni un piccolo frammento della tua conoscenza. Che non è di questa terra, ma va molto oltre.
    Cresce ogni volta la mia ammirazione!

  2. Ti ringrazio.
    Ma io sono solo un mezzo di trasmissione di idee geniali create da altri e fortunatamente riconosciute da altri ancora che sapevano leggere e riconoscere con gli occhi della mente e senza pregiudizi le realtà che esaminavano.

    Quando m’imbattei per la prima volta in queste genialità che sono incontestabili perchè suffragate da tanti reperti, testimonianze e monumenti, ebbi anch’io la tua stessa impressione e reazione.

    Mi sembrava che questa conoscenza non fosse di questa terra.

    A presto

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