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95 – PACT – LA CIVILTA’ DELL’ARMONIA

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PACT – La Civiltà dell’Armonia

E’ nato PACT, il PARTITO DELL’ARMONIA DEI CITTADINI DELLA TERRA, oppure, a libera scelta, il PARTITO DELL’ANIMA DEI CITTADINI DELLA TERRA.

Il PACT è un nuovo partito politico che aspira a diffondere una nuova idea di convivenza civile, cioè una nuova Civiltà, su tutta la Terra. Questa nuova Civiltà è basata principalmente sul rispetto di tutte le forme del creato, sull’equilibrio e sull’armonia, cioè su valori oggi sconosciuti perchè il pensiero dominante su tutto il pianeta si è concretizzato su valori opposti a quelli citati. Il pensiero dominante, radicato nelle più intime convinzioni cerebrali della classe dirigenziale, è basato su un’economia rapace poco rispettosa dei valori dell’anima e della natura e che ha alimentato squilibri, differenze abissali ed un progresso caotico.

L’idea del PACT scaturisce da una constatazione. La constatazione che i valori dell’anima dell’uomo, in tutti i continenti ed a tutte le latitudini, hanno un denominatore comune, quello del rispetto e dell’ospitalità per il proprio simile, quando essi si incontrano in condizioni naturali di non bellicosità ed assenza di precedenti pregiudizi. Per usare una terminologia corrente, potremmo dire che essi, questi valori, sono “globali” o “globalizzati”. Essi sono anche valori tangibili e concreti che ciascuno può toccare con le proprie mani o farne l’esperienza.

Essa nasce anche da qualcosa che forse inizia ad affacciarsi all’orizzonte del pensiero dell’uomo e non solo su questo strano blog, ma all’orizzonte di stimati studiosi contemporanei. E cioè, in sintesi, che quello che è stato insegnato finora come vangelo, dottrine infallibili, nelle migliori università del mondo, forse non ha alcun fondamento di verità, e forse è una pura cantonata, fra le tante, che ha dominato durante il XIX° e XX° secolo. Ciò in riferimento alla dottrina dei principi del capitalismo in una democrazia con una economia basata sul libero mercato.

L’idea del libero mercato odierna, perseguita da tutti i Paesi occidentali, fu rafforzata con il collasso del comunismo perchè si pensava, e si pensa tuttora, che essa avrebbe promosso e propagato il benessere materiale su tutta la Terra. Quest’idea, come sappiamo, ad un certo punto si è inceppata ed invece di promuovere il benessere generale, ha iniziato a produrre quello che viene chiamato il “FEUDALESIMO ECONOMICO”. Il “FEUDALESIMO ECONOMICO” è un sistema dove tutte le ricchezze sono accentrate nelle mani di pochi, come nei castelli medioevali, mentre solo le briciole sono possedute da tutti gli altri, come ai tempi deii servi della gleba, intorno ai castelli dei signorotti.

I punti salienti e specifici sui principi del capitalismo in un libero mercato odierno sono stati illustrati all’articolo n. 16 – I Paradigmi della Follia -, già dal titolo profetico.

Questa nuova constatazione sta iniziando ad essere avvertita ed espressa negli Stati Uniti, Paese che, con tutti i suoi difetti e differenze, è, rispetto all’Europa, all’avanguardia nella circolazione delle idee e nel non aver paura o timore a comunicarle e divulgarle. Cosa che in Europa è ancora tabù, essendo, per motivi storici e culturali, il pensiero europeo più rigido, come il pensiero di soldatini di piombo, e più legato al passato piuttosto che proiettato verso il futuro. Il termine “FEUDALESIMO ECONOMICO” è un termine americano e copiato dal New Yoek Times. Ma com’è nato e come si è sviluppato il “FEUDALESIMO ECONOMICO”???

Le sue cause sembrano essere molteplici. Le delocalizzazioni del lavoro e le competizioni senza regole. L’accumulo, attraverso la Borsa, di grandi quantità di denaro dei cittadini risparmiatori e destinati ad “investimenti”. I colossali debiti pubblici delle Nazioni. L’enorme crescita dei paradisi fiscali e delle evasioni fiscali. Prezzi e tariffe fai da te, senza regole o meglio, arbitrari. Pubblicità, giornali e comunicazioni. Tutti questi fattori, affidati ad una libertà di mercato dove ognuno fa quello che gli pare in virtù degli stessi principi sacri del mercato che regola tutto da solo, in definitiva hanno tolto ricchezza ai poveri per darla ai ricchi, creando così il “FEUDALESIMO ECONOMICO”.

E, nonostante una larga presa di coscienza che il pianeta si sta dirigendo verso questo “FEUDALESIMO ECONOMICO”, nessuno ha la chiarezza di idee ed il coraggio di proporre una alternativa. L’uomo è come arrivato alla frontiera del terreno conosciuto ed ha paura di avventurarsi nell’ignoto. Ma, tra “FEUDALESIMO ECONOMICO” ed ignoto è meglio scegliere l’ignoto alla ricerca di una nuova frontiera e di un nuovo Eldorado che possa anche soddisfare la millenaria ricerca dell’uomo di nuovi orizzonti e nuovi mondi, realtà e concezioni, e che possano dargli una nuova spinta e gioia di esistere.

Il PACT pertanto è la sfida dell’uomo all’ignoto, agli albori della sua nuova Civiltà. Il traguardo finale del PACT è quello di realizzare i rapporti dell’Armonia fra i Cittadini della Terra, azzerando il potere del denaro e liberare l’uomo dalla attuale schiavitù esistenziale derivante dalle abissali differenze, avviando o cercando di avviare un nuovo tipo di progresso e di sviluppo che sia sostenibile, cioè commisurato alle risorse del pianeta, nella non violenza e nel rispetto della dignità e libertà di tutti.

Il PACT, una volta raggiunta la piena maggioranza in Parlamento, agirà alacremente e con la dovuta gradualità, e per successive approssimazioni dato che ci si inoltra in terreno ignoto, per la concretizzazione del suo programma di Armonia. Il programma prevede, oltre a quanto è stato già detto in precedenti articoli ed a quanto potrà essere enunciato in futuri articoli: 1 – Riscrittura di una nuova Costituzione secondo quanto accennato all’articolo n. 76 – Il tradimento delle Costituzioni. 2 – Blocco delle delocalizzazioni con i delocalizzatori messi davanti alla loro libera scelta se stare dove producono o in Italia, con istituzione di dazi doganali sulle merci provenienti dall’estero al fine di proteggere il lavoro in Italia.

3 – Cessazione dei servizi di Borsa ad eccezione dei soli titoli di Stato. 4 – Abolizione dei finanziamenti bancari che saranno sostituiti dai risparmi personali. 5 – Disconoscimento dei paradisi fiscali con i loro clienti messi davanti alla loro libera scelta se stare da una parte o dall’altra. 6 – Prezzi e tariffe secondo fasce autorizzate dal governo come già in uso in altri Paesi europei. 7 – Stop all’elargizione di danaro pubblico a tutti i giornali che, come in altri Paesi occidentali, dovranno reggersi sulle proprie gambe. 8 – Stop a tutte le pubblicità televisive che potranno farsi solo su giornali e carta stampata. 9 – Riduzione delle trasmittenti televisive e riduzione degli orari di trasmissione dalle 15 alle 22.

10 – Riduzione graduale delle paghe nel settore pubblico e privato ad un rapporto iniziale indicativo di 1 a 8 tra lo stipendio più basso e quello più alto. 11 – Abolizione di Regioni e Province. Questo è il programma indicativo di massima del PACT. Potrebbe sembrare una follia ma saranno i lettori a giudicarlo. E naturalmente se questa idea dovesse interessare il PACT è aperto a qualsiasi suggerimento adatto a fronteggiare il baratro del “FEUDALESIMO ECONOMICO” che si è aperto per le folli idee e concezioni dell’uomo occidentale moderno.

67 – BANDIERE OMBRA E PARADISI FISCALI

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Le bandiere ombra ed i paradisi fiscali sono due facce di una stessa medaglia. Le bandiere cosiddette “ombra” o di “convenienza” nacquero in tempi moderni in via sperimentale con qualche natante battente bandiera panamense negli anni 20 dello scorso secolo durante il proibizionismo. Ma la sua vera nascita in tempi recenti avvenne nel 1949 allorchè la prima grande nave commerciale, una petroliera appartenente all’armatore greco Niarchos, innalzò, in piena legalità, sul suo albero maestro la bandiera della Liberia.

Da allora è stata tutta una “escalation”, di carattere spasmodico negli ultimi 20 anni, dopo il crollo del muro di Berlino. Si calcola che oggi oltre il 40% della flotta commerciale mondiale batte una “bandiera di convenienza”. Se si aggiunge a questo 40% una imprecisata enorme quantità di navi mercantili di normali tradizionali bandiere come Inghilterra, Francia, Italia, Germania, eccetera, che, per evitare di scomparire ed essere travolte dalla impetuosa ascesa delle “bandiere ombra”, hanno istituito un secondo registro, o registro internazionale, in cui iscrivere le navi che ne fanno richiesta, allora la percentuale sale a ben oltre il 60%. Questo secondo registro è in pratica una “bandiera ombra” camuffata sotto le insegne nazionali. E senza contare le migliaia o milioni di barche da diporto o yachts.

Lo scopo dell’istituzione delle “bandiere ombra” è l’anonimato del proprietario (basta una casella postale), libertà di operare con equipaggi di tutte le nazionalità, regime fiscale pressocchè nullo bastando una elemosina di pochi spiccioli dati allo Stato della “bandiera ombra”, legislazione dello Stato della “bandiera ombra” molto permissiva. In pratica la “bandiera ombra” permette al proprietario di assaporare in modo assoluto il concetto di libertà senza essere perseguitato da tassazioni, burocrazie, limiti e divieti della Nazione di origine del proprietario.

Le bandiere ombra sono tante. La più estesa è Panama ma tanti mini-Stati sono pronti o aspirano ad iscrivere nei loro registri qualsiasi natante a cui concedere la propria bandiera in cambio di pochi spiccioli. Tutto fa brodo. Sono soldi caduti dal cielo che nella grande quantità fanno un bel gruzzolo per un piccolo Stato, specialmente se povero.

I paradisi Fiscali si sono sviluppati in parallelo con le bandiere ombra ed è difficile se non impossibile dire quale dei due, bandiere o paradisi, sia più antico dell’altro. In tempi moderni iniziò la Svizzera che, a causa della sua neutralità fra le due guerre mondiali, poteva offrire un rifugio sicuro a piccole e grandi ricchezze provenienti da tutta Europa. Si incrementarono con i dittatori, presidenti e ministri dei paesi africani che, con la fine delle colonizzazioni, hanno rubato, e rubano sempre, tutta la ricchezza dell’Africa depositandola nei paradisi fiscali.

Lo scopo di un paradiso fiscale è uguale a quello della bandiera ombra. Anonimato (basta un numero di conto), libertà assoluta di operare con investimenti o trasferimenti ovunque, regime fiscale nullo, o quasi, bastando solo pochi spiccioli, segretezza assoluta per vanificare qualsiasi legislazione. E’ chiaro quindi che qualsiasi persona che possieda qualcosa di più di quanto gli possa servire per vivere, abbia enormi vantaggi dal servirsi di un paradiso fiscale.

L’accrescimento del numero di paradisi fiscali ha seguitto l’accrescimento del numero di bandiere ombra dagli anni 50 in poi, assumendo una inpennata spasmodica nel corso degli ultimi 20 anni. Oggi non c’è scoglio, isolotto, atollo, cocuzzolo di montagna, indipendente, che non aspiri a diventare, quando non lo sia già, paradiso fiscale. Questo “boom” dei paradisi fiscali è nato naturalmente a causa di una grande domanda nella ricerca di paradisi fiscali. Non c’è professionista “di grido”, o “affermato”, senza parlare della schiera di mini e maxi “imprenditori”, corporazioni e società,  “truffatori” e “portaborse”, e tanti altri, che non aspiri, quando non lo sia già, ad essere un cliente di un paradiso fiscale. Il paradiso fiscale è diventato uno “status symbol” e chi non ne è compartecipe è un poveraccio.

L’insieme dei capitali depositati nei paradisi fiscali supera di gran lunga i prodotti o “budgets” delle Nazioni e formano quella che comunemente viene chiamata “evasione fiscale”. Questa enorme massa di capitali può destabilizzare o decidere i destini di intere Nazioni ed è il problema dei problemi dei giorni nostri.

L’enorme crescita delle bandiere ombra e dei paradisi fiscali sta pertanto portando alla luce o mettendo in evidenza qualcosa che per il passato non è stato considerato a sufficienza, e cioè lo sgretolamento, l’erosione e l’impoverimento progressivo delle Nazioni da un lato, e la crescente separazione fra cittadini “normali”, o “poveracci”, e cittadini “anormali”, clienti dei paradisi fiscali, dall’altro lato. L’anormalità dei cittadini “anormali” sta nel fatto che essi stanno con un piede nel Paese dove sono nati, sono stati istruiti e ne hanno cultura, cittadinanza e residenza, mentre con l’altro piede stanno in un altro Paese, il paradiso fiscale depositario dei loro segreti averi.

Le Nazioni gradualmente verranno ad essere costituite esclusivamente dagli elementi poveri della popolazione mentre tutto il potere risiederà nei paradisi fiscali ed i loro costituenti. Nazione, Costituzione, Bandiera, Cittadinanza, diritti e doveri, perderanno la loro autorevolezza e significato diventando, come spesso già lo sono, elementi di spettacolo per circhi equestri. Tutto ciò non promette niente di buono ed ha tutta l’aria che porterà ad una rivoluzione o guerre future se non facciamo niente. E cosa si potrebbe fare per risolvere il problema pacificamente, se si potrà risolvere???

Una rivoluzione pacifica agendo su tre fronti. Il primo fronte agisce all’insegna della libertà nel senso che ciascuno ha la libertà di proteggere la propria dignità, cittadino e Nazione, cancellando dalle anagrafi della Nazione tutti coloro che mantengono depositi nei paradisi fiscali. Quindi niente passaporto, niente carta d’identità, niente nascita o cittadinanza; sequestro dei loro beni nel Paese, loro espulsione dal Paese e rifiuto di ricevere le loro merci. Ciascuno assume la responsabilità della propria libertà.

Il secondo fronte agisce su una riduzione della tassazione perchè è chiaro che con il 50% circa di tasse l’incentivo a servirsi dei paradisi fiscali è molto forte. Una tassazione ragionevole dovrebbe gradualmente abbassarsi indicativamente al 2% per tutto e per tutti, riducendo drasticamente e gradualmente le spese dello Stato. Una tale tassazione, oltre che rilanciare l’economia reale, automaticamente eliminerebbe o ridimensionerebbe moltissimo le mafie, criminalità e corruzioni che traggono alimento dall’enorma quantità di soldi pubblici.

Il terzo fronte agisce sulla Costituzione abrogandola o asservendola al Codice della Navigazione Marittima in vigore ove la Nazione viene equiparata ad una Nave Mercantile in navigazione e pienamente operativa. Il capitano della nave sarà naturalmente il presidente della Nazione ed avrà mandato per un anno. Camera e Senato saranno abolite e sostituite da 6 consulenti senatori e 6 consulenti deputati anch’essi in carica per un anno. Il capitano ed i suoi 12 consulenti dovranno essere nullatenenti e dovranno prestare la loro opera gratis e retribuiti solo dal rispetto, dall’onore e dalla loro autorevolezza, fatto salvo naturalmente le spese per il cibo e quelle per il servizio. La Costituzione fu ideata per paralizzare il Paese in tempi in cui si temeva per le dittature.

Potrebbe sembrare una follia pura. Ma i tempi che viviamo richiedono misure adeguate alla loro forza travolgente e distruttrice. E non possiamo arrivare alla fine del secolo o del millennio facendoci la guerra tra “fascisti” e “comunisti” o tra Nord e Sud o cantando “bella ciao”. Dobbiamo guardare Avanti verso il Futuro possibilmente pacifico!!!