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Lo Scontro delle Concezioni
I destini dell’uomo saranno, a medio o breve termine, decisi dall’esito di tre grandi scontri. Il primo scontro riguarda una concezione tradizionale di Nazione contro una concezione sopraggiunta recentemente di Stato o Nazione Unica planetaria.
Il secondo scontro riguarda una concezione darwinistica della storia della o delle civiltà (cioè domani sarà sempre meglio di oggi), contro una concezione opposta ove la Civiltà può progredire o regredire a seconda delle azioni dell’uomo.
Il terzo scontro è fra una concezione liberista di una Nazione dove l’economia è lasciata ai cittadini in un libero mercato e contro una concezione opposta dove le redini dell’economia sono assunte dal Governo della Nazione in uno stato, quindi, socialdemocratico.
Questi tre scontri fra concezioni evolutive diverse sono in atto ma in silenzio, sotto il tavolo, perché i governanti credono che i Cittadini della Terra siano troppo ignoranti per poterli comprendere, ed anche perché essi, i governanti, preferiscono avere le mani libere al fine di dirigere i destini dell’uomo dove essi vogliono, senza complicazioni, seguendo gli opportunismi dei loro privilegi e quelli dei poteri istituzionali civili e religiosi, immensamente forti, che sono legati a filo doppio allo status quo ed al sapere del sistema vigente. Vediamoli.
Il primo scontro nasce da una aspirazione universale dell’anima dei Cittadini della Terra di condivisione del loro stesso ed unico pianeta. Questa pur nobile aspirazione però è ostacolata da un latp dagli stessi Cittadini della Terra che non amano privarsi del loro Stato/Nazione o cederne la sovranità, mentre dall’altro lato questa aspirazione è ostacolata dagli stessi Governi per beneficiare dalle differenze fra le Nazioni. Per esempio la Cina si guarda bene dal rivalutare la sua moneta dato che ciò le assicura un vantaggio enorme sui mercati. Da questo primo perdurante scontro per ora esce vincente, pertanto, la concezione di Nazione.
Tl sexondo scontro di concezioni, già accennato in vari articoli, è uno scontro intellettuale, di pensiero, in linea di massima tra coloro che sono stati istruiti, hanno letto e studiato su libri e frequentato ambienti tradizionali del sapere classico, vincolati quindi in qualche modo a fonti, per così dire, “canoniche”, contro un nuovo tipo di pensiero, libero, indipendente, non asservito ad alcuna ideologia e ad alcun privilegio delle fonti istituzionali e religiose del sapere tradizionale. Questo scontro forse è il più interessante e ricco di mille sfaccettature, a volte divertente, e potrebbe essere definito come la conquista della Bastiglia del Terzo Millennio.
Gli arroccati nella Bastiglia, oltre alle tante nozioni apprese sui testi “canonici”, non hanno una idea chiara sulla consistenza del nuovo avanzante pensiero condiviso dai Cittadini della Terra, non asservito ad alcun nazionalismo, e basato sui valori immortali dell’anima, del numero e della ragione, che si accinge a dare l’assalto alla Bastiglia ove gli arroccati, potentissimi e agguerriti, sono i convinti difensori e propagatori dell’idea medioevale che la Civiltà è nata nella Grecia Classica e rinata con la scienza moderna nel Rinascimento ed è, pertanto, una prerogativa del pensiero rapace e predatore giudaico-cristiano .
Con la spedizione in Egitto di Napoleone Bonaparte e con la decifrazione dei gerohlifici iniziarono due secoli di scavi archeologici dai quali l’uomo moderno apprese per la prima volta dell’esistenza di una grande Civiltà, ricchissima di testimonianze, e antecedente di millenni a quella della Grecia Classica. Dalle prime traduzioni ed interpretazioni si cominciò a capire che una nuova prospettiva della storia si ergeva nella sua maestosità, ma l’accettazione di una tale nuova prospettiva avrebbe comportato il riconoscere che la Civiltà non era nata nella Grecia Classica, ma in Paesi e popolazioni totalmente extra europei.
Era un boccone amaro che non si riusciva ad ingoiare. Troppo radicale e troppo rivoluzionario, e bisognava fare qualcosa per fermare questa follia del capovolgimento dello status quo. La patata bollente, che si era venuta formando in sordina, scoppiò quando il professore tedesco August BOCKH pubblicò, tra fine ottocento ed inizi novecento, il risultato di una ricerca sulla metrologia antica da cui emergeva che tutte le unità di misura della Grecia Classica erano state importate in blocco dall’Antico Egitto (articolo 113) ove furono create e sviluppate. Ma che i Greci avessero potuto copiare gli Egizi era semplicemente insopportabile. Fu così che, molto brevemente, iniziò l’arrocco del pensiero tradizionale nella Bastiglia.
Negare l’evidenza fu da quel momento la regola perdurante ai giorni nostri. Occultando reperti, insegnando che “i numeri dell’antichità non contano”, affidandosi al silenzio, interpretando in modo mistificatorio, condannando all’emarginazione professori e studiosi di valore allontanatisi dai “canoni” tradizionali, e negando, negando e sempre negando, fu la risposta fondamentalista di questo pensiero rinchiuso nella Bastiglia.
Per non riconoscere le vere radici della Civiltà si è finanche cancellata dal cielo la stella più lucente, Sirio (articoli 21 – 24 – 61 – 65 – 116), la stella di Natale e dei Re Magi, che da non meno di 6000 anni a mezzanotte di ogni 31 Dicembre è in meridiano, al centro del cielo stellato, per tutti da vedere, e ciò significa che ancora oggi continua a sorgere eliacalmente, cioè assieme al Sole, ai primi di Luglio, annunciando oggi come allora la piena annuale del Nilo, sconfessando da sola le teorie di Copernico e Newton sulla precessione degli equinozi completamente fantasiose ed errate.
L’esito dell’accennato secondo scontro di concezioni è anch’esso, per il momento, a favore dei barricati nella Bastiglia dello status quo, ma non c’è dubbio che è solo questione di tempo prima che la Bastiglia sarà espugnata dai Cittadini della Terra che, con internet, sono in possesso dell’arma invincibile che è la comunicazione del nuovo pensiero.
L’esito del terzo scontro di concezioni fra liberismo e socialdemocrazia resta nelle mani e nelle volontà dei Cittadini della Terra, ma appare chiaro ed evidente che per far tornare il lavoro, che è scomparso, in Italia ed altre Nazioni europee, occorre che ciascuna Nazione produca nelle sue fabbriche o aziende ciò che il Paese consuma, importando solo materie prime che non si possiedono.
Il liberismo, com’è praticato oggi, è già stato sconfitto dalla storia e volerlo continuare ad imporre, e quindi rimanendo senza lavoro per le delocalizzazioni dei centri produttivi in Paesi a basso costo, porterà il Paese alla distruzione. Questo esito pertanto è già stato deciso dalla storia e sta ai Governi ed all’Uomo trarne le conseguenze.