Archivio per Longitudine

114 – LA MISURA DEL TEMPO

Posted in ASTRONOMIA, ATTUALITA', STORIA with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on novembre 15, 2012 by beautiful41

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La Misura del Tempo

Questa non è una favola-verità, ma è la verità di una favola affascinante creata dall’Uomo quando, innalzatosi con la sua Ragione al di sopra dei suoi amici animali, pose, nella notte dei tempi, le fondamenta della Civiltà, Civiltà che non sarebbe potuta esistere senza avere la capacità di misurare il tempo che passa. La favola affascinante è la favola della nascita e dello sviluppo del suo pensiero razionale intorno a riferimenti cosmici ed immortali, i soli in grado di assicurare un ancoraggio eterno ed indistruttibile.

La consapevolezza di essere un elemento dell’Universo e composto di tante particelle cosmiche fu la molla che spinse l’Uomo a cercare e trovare nel Cosmo le risposte alle sue tante fondamentali domande scaturenti dall’infinita bellezza e dalle tante meraviglie dell’Universo nel quale egli aveva avuto la fortuna di viverne e rappresentarne il pensiero.

Il Tempo, come l’Amore e l’Anima, è invisibile ed impalpabile, ma esso esiste e, come per altre meraviglie tangibili dell’umana avventura, ci dà la percezione della sua esistenza con i continui cambiamenti del mondo fisico che ci circonda, dall’inverdire o ingiallire delle foglie degli alberi, all’espressione sul volto di una Donna innammorata o alla comparsa delle sue avvenenti rughe, all’alternarsi dei giorni e delle notti con le infinite tonalità e intensità di colori e luce, al variare delle stagioni. Ma in sé il Tempo, proprio come l’Amore e l’Anima, oltre ad essere invisibile, è eterno ed indistruttibile e non ha mai fine.

Essendo legato all’esistenza dell’Universo, il Tempo, nella concezione degli arcaici fondatori della Civiltà, fu agganciato al Sole, il più importante astro del nostro Cosmo, la Stella imperitura ed indistruttibile che ci dà la vita attraverso il suo calore di cui non possiamo fare a meno. Il Sole quindi, col suo movimento apparente e rotatorio intorno alla Terra, diede origine alla misura del Tempo, non solamente dando all’Uomo la possibilità di contare i giorni, ma anche di misurarne le sue parti o intervalli minori introducendo il concetto di MISURA ANGOLARE del Tempo. Ed anche quando si usavano calendari lunari i suoi giorni erano sempre giorni di Sole, col Sole che ne definiva il Tempo attraverso la sua MISURA ANGOLARE.

Il Tempo diventò quindi una MISURA ANGOLARE e tale è rimasto attraverso i tanti millenni trascorsi e tale rimarrà per l’eternità. E finanche i nostri moderni orologi atomici, di cui la moderna scienza tanto si vanta, devono essere periodicamente tarati, controllati e corretti sul movimento del Sole, e non viceversa. Il passaggio del Sole in meridiano, cioè il mezzogiorno, era ed è il momento cruciale da dove inizia tale MISURA ANGOLARE del Tempo. Da tale istante inizia un nuovo giorno atronomico, allorchè l’angolo fra il meridiano ed il Sole è 0° o 360°-

 In tale istante il Sole, nel suo perenne cammino, inizia a far scorrere la MISURA ANGOLARE, 1°… 2°… 5°… 15°… 30°… fino a completare i 360° il prossimo mezzogiorno o passaggio in meridiano. Agganciando pertanto la Misura del Tempo al Sole ed al suo movimento angolare, gli arcaici fondatori di questo sistema resero possibile quantificare qualcosa che di per sé è indefinibile e sfuggente. La Misura del Tempo quindi fu, era ed è la misura di un angolo della sfera dell’Universo e riferito al Sole. Da tali angoli citati si produssero così 4 minuti… 8 minuti… 20 minuti… 1 ora… 2 ore… 24 ore.

L’uso di tali MISURE ANGOLARI permise pertanto agli arcaici di poter contare, oltre ai giorni, anni e milioni di anni, anche le ore, i minuti ed i secondi, come più dettagliatamente descritto all’articolo n. 23 — L’Origine della Misura. L’ultima testimonianza di una avanzata concezione del tempo agganciato alla misura angolare è rappresentata dal “congegno di Antikythera”, descritto all’articolo n. 51 – I Rinnegati del Terzo Millennio, che mostra uno o più quadranti graduati e relativi al movimento degli astri nel cielo. Il congegno di Antikythera è stato paragonato dagli studiosi, per la sua meccanica e precisione, al più avanzato orologio svizzero del XIX° secolo e fu ritrovato in una nave affondata nel 100 AC.

Ipparco inoltre ci ha tramandato la nozione dello spostamento degli equinozi di 50”, secondi di arco, annualmente, o di due gradi ogni 150 anni. Senza considerarne altre, risalenti all’arcaico passato, già solo queste testimonianze indicano che la MISURA ANGOLARE agganciata al Tempo era una consolidata millenaria conoscenza. Ma dall’epoca di Ipparco, che aveva avuto accesso, come tutti i Classici Greci, solo ai resti dei relitti della sapienza millenaria recuperati e conservati nella Bibliotwca di Alessandria d’Egitto, quasi fino ai 1700, circa 2000 anni, questa conoscenza del Tempo  quale MISURA ANGOLARE scomparve dalla mente dell’uomo relegandolo nell’ignoranza del glorioso passato.

L’oblio totale del passato e l’abbandono del cielo permise a Sant’Agostino di essere ricordato per confermare questa perduta conoscenza dicendo che egli sapeva cos’era il Tempo ma non era in grado di descriverlo!! Fino a che la nebbia dell’oblio gradualmente evaporò quando i Grandi Navigatori della storia si accorsero di non conoscere le dimensioni del pianeta e di non essere in grado di calcolare la longitudine, con la conseguenza di innumerevoli naufragi e perdite di uomini e flotte. Fu allora che si risuscitarono le conoscenze di Ipparco sulla Misura del Tempo quale MISURA ANGOLARE per il calcolo della longitudine col metodo delle distanza lunari (articolo n. 44), metodo che funzionò egregiamente fra il 1750 ed il 1850.

Il Sole quindi, Grande Signore della MISURA ANGOLARE e del Tempo, gradualmente riprese il posto che gli apparteneva nel consesso dei Sovrani dell’Universo, i Principi e Dei del Pensiero, che gettarono le basi della Civiltà.

Per circa un secolo, fra la metà dell’ottocento e la metà del novecento, e ancora oggi a scopi turistici, all’Osservatorio Astronomico di Greenwich, stabilito sede del meridiano Zero e quindi del Tempo di Riferimento Universale, ogni mezzogiorno (alle 13.00 per dare tempo agli astronomi di osservare il passaggio in meridiano) si segnalava tale istante cruciale del Sole, che, con l’introduzione del concetto di Sole medio e Tempo medio, marcava l’istante di 0° o 360° della MISURA ANGOLARE del Tempo, con la caduta di un pallone color arancione brillante, in modo che tutti e tutte le navi nelle vicinanze potessero risettare i propri orologi o cronometri e pertanto essere in grado di calcolare la longitudine. In alcuni periodi e varie località ciò avveniva anche con un colpo di cannone.

Ci si accorse così che la MISURA ANGOLARE del Tempo, basata sul Sole, era strettamente connessa alla determinazione della longitudine. Ciò a causa della sfericità e della rotazione della Terra che in un dato istante ha ore o tempi diversi a seconda della longitudine delle località considerate. L’epoca d’oro di questo risveglio dall’oblio millenario del cielo si ebbe durante il periodo della radiotelegrafia allorchè i segnali orario lanciati da Greenwich potevano raggiungere via radio tutti gli angoli della Terra rendendo possibile di risettare i cronometri, vitali per la cartografia e la navigazione, se si pensa che un minuto di tempo equivale, sullìequatore, ad una distanza in longitudine di 15 primi di arco o di 15 miglia o di 27.780 metri che possono fare la differenza, in determinate circostanze, fra la vita e la morte.

La MISURA ANGOLARE del Tempo, basata sul Sole, è immortale ed accompagnerà l’Uomo per tutto il tempo in cui la sua residenza sarà il pianeta Terra. Anche quando l’Uomo andrà su Marte, o su altri pianeti, o dovunque nell’Universo, egli vi andrà con la data, ore, minuti e secondi del Tempo Universale di Greenwich e riferito alla MISURA ANGOLARE del Tempo basato sul Sole, il Sole che i Padri della Civiltà innalzarono a Signore del Tempo per l’eternità.

60 – IL RE E LA REGINA DEL COSMO

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Quando, in principio, un vento cosmico divino spinse una nuvola magnetica speciale ad avvolgere la Terra donando all’Uomo un “pensiero razionale”, e la Civiltà fece la sua comparsa dandogli per la prima volta la possibilità di interpretare la realtà intorno a lui a mezzo della Misura, la più alta espressione della Ragione, i due astri più grandi del Cosmo visibile, il Sole e La Luna, furono riconosciuti nel loro valore acquisendo il loro rispettivo titolo e rango di Re e Regina dell’Universo.

Il Sole, di natura maschile, l’elargitore del fuoco e del calore della vita nel suo spazio vitale del sistema solare, e la Luna, di natura femminile, ricettiva, mutevole e bella, il Re e La Regina del Cosmo, erano due amanti naturali per l’Uomo. Essi si amavano da sempre ed il loro amore era per l’eternità. Essi manifestavano davanti ed intorno all’Uomo ed alla sua Terra continuamente la loro potenza, attrazione e distinta specificità.

La Misura, coi suoi tre parametri principali della misura temporale, misura angolare e misura lineare, tutti interconnessi, permetteva di interpretare correttamente le infinite manifestazioni della natura. Esse, queste manifestazioni o realtà, pur distinguendosi, attraverso il numero, le une dalle altre, erano considerate parte di un tutt’uno. A simboleggiare ed a rappresentare questo “tutto è uno”, i fondatori della Civiltà scelsero proprio il Re e la Regina dell’Universo. Il diametro del disco solare è di 0° 30′, allo stesso modo come il diametro del disco lunare che è di 0° 30′. Assieme, quindi, le due “metà”, il Re e la Regina dell’Universo, quando erano tangenti, formavano e formano l’unità di 1° 00′, un grado.

L’amore del Re e della Regina dell’Universo era affascinante e spettacolare. Pur dedicandosi a mansioni e compiti diversi, essi periodicamente si incontravano, manifestando la loro divina attrazione, e si fondevano, stretti in un tutt’uno nella loro ardente passione, durante le eclissi di Sole allorchè tutta l’attenzione della loro energia era rivolta ed era riservata esclusivamente al proprio o alla propria compagna. E’ per questo che durante tali momenti la luce del Sole viene oscurata e la bellezza della Luna svanisce: essi le donano solo al proprio partner.

Lo stesso profondo amore fra il Re e la Regina era manifestato durante le eclissi di Luna allorchè entrambi, lontani ed opposti, sembravano rivolgere l’uno con l’altro struggenti richiami di attrazione nell’attesa di ritrovarsi nuovamente insieme. Questo amore cosmico delineava anche la posizione dell’eclittica sullo sfondo del cielo stellato perchè tutte le eclissi si svolgono solo sul piano dell’eclittica.

Il Sole, il Re dell’Universo, a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre, saliva e scendeva nel cielo, durante l’estate più a picco e durante l’inverno più basso, determinando le stagioni. Questo suo movimento da Nord a Sud e viceversa era, oltre a quello di fornire il calore, il compito o la mansione principale e specifica del Sole, e cioè la determinazione della ampiezza o larghezza della fascia di illuminazione solare sulla superficie terrestre, cioè la determinazione della latitudine. Il Sole quindi, con questa sua caratteristica, delineava e definiva l’asse verticale delle ordinate sul quale si misuravano le latitudini terrestri. Il suo calcolo era estremamente semplice bastando osservare l’altezza del Sole in meridiano o quella della stella Polare, o chi per essa, di notte.

La Luna, la Regina dell’Universo, quando libera dal fare all’amore con il Re, era occupata invece a svolgere un’altra mansione altrettanto importante. Essa scivolava silenziosamente e continuamente lungo l’eclittica distanziandosi dal Sole, stelle e pianeti alla velocità del suo stesso diametro, di 0° 30′, mezzo grado, ogni ora, in allontanamento o avvicinamento. Questa sua caratteristica dava la possibilità di calcolare la propria longitudine. Per esempio se a Roma il 3 agosto (pardon, il 3 di Cleopatra) alle ore 15.00 la distanza fra Sole e Luna è 52° 00′ e noi alla stessa data siamo in altra località dove rileviamo alle ore 10.00 la stessa distanza di 52° 00′ fra Re e Regina, ciò significa che la longitudine della nostra località è 5 ore, cioè 75° 00′, ad ovest di Roma. (Vedi articolo 44 – La determinazione della longitudine con la Luna).

La Luna quindi delineava e definiva l’asse orizzontale delle ascisse sul quale si misuravano le longitudini terrestri. Molte migliaia di anni prima che Cartesio, o chi per esso, “inventasse” il sistema di assi cartesiani, con ascissa e ordinata, questo stesso sistema di assi cartesiani di riferimento, ortogonale, con merdiani e paralleli, ci venne fornito dal Re e dalla Regina del Cosmo per la misurazione della latitudine e della longitudine su tutta la Terra, in modo semplice e preciso, e naturale.

Il Re e la Regina dell’Universo quindi, senza la necessutà di tanti orpelli moderni, fornivano, e forniscono ancora, all’Uomo che sapeva interpretare la realtà circostante con gli occhi della mente, la latitudine e la longitudine della sua posizione geografica, in qualsiasi parte della Terra egli si trovasse. Il Re e la Regina dellìUniverso erano il GPS naturale dei tempi remoti dei fondatori della Civiltà.

E’ esistito il vento cosmico che ha spinto la nuvola magnetica della “razionalità” a dare all’Uomo gli strumenti della Civiltà??? Non lo sappiamo. Possiamo solo dedurlo dallo sviluppo dei fatti storici conosciuti ed inconfutabili. Fra essi si annoverano certamente le vicende narrate del Re e della Regina dell’Universo, anche perchè continuano ancora oggi, nonostante l’Uomo moderno non vi presti più attenzione, preso come è a contare solo in milioni ed in miliardi, o trilioni, della modernità.

Ma se questo vento cosmico fosse veramente esistito ciò vorrebbe dire che un altro vento cosmico potrebbe far scomparire la nuvola di “razionalità” nella quale l’Uomo è immerso??? I sintomi purtroppo ci sono. L’Uomo moderno, ormai abituato a contare a milioni, miliardi, o trilioni, in ogni campo, ha perso la capacità di contare sulle dita delle proprie mani. Ma, cosa ancora più fondamentale, ha perso la cognizione della Misura ove la quantità è una funzione del tempo. Troppi cambiamenti, al di là della capacità di assimilazione dell’Uomo, portano alla distruzione ed alla morte.

Questo e molto altro ci viene manifestato dal Re e dalla Regina del Cosmo e dal loro eterno amore.

51 – I RINNEGATI DEL TERZO MILLENNIO

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Questo articolo tratta del meccanismo di Antikythera e del suo scopo che era quello della determinazione della longitudine con il metodo delle “Distanze Lunari”.

Dal vocabolario di italiano alla parola rinnegare corrisponde il significato di “Abbandonare una dottrina, o fede, che prima si era professata”, oppure “Non riconoscere più come proprio qualcuno o qualcosa a cui si era legati da un vincolo di sangue o di affetto”. Rinnegare le proprie origini, fisiche o metafisiche, sembra pertanto rientrare nelle dette definizioni.

Rinnegare le proprie origini non è un peccato sancito dai 10 Comandamenti, forse in considerazione del fatto che si può rinnegare involontariamente, senza esserne consapevoli o senza saperlo, e si può rinnegare scientemente, con premeditazione. che è l’argomento di questo articolo, nel qual caso si incorre in un inganno. Anche se l’inganno a sua volta non è menzionato nei 10 Comandamenti, non così è per la “Confessione Negativa”, l’unico e solo riferimento immortale di Civiltà come già esposto in questo blog, “Confessione” che lo menziona esplicitamente per ben due volte. L’inganno è comunque una violenza, è una violenza ai danni della verità, ed è per tale motivo che esso è menzionato dalla “Confessione Negativa” come un peccato contro la Civiltà.

Circa un secolo fa, nel 1901 o 1902, fu rinvenuta, da una antica nave affondata nei pressi di Antikythera, un’isola a Nord della costa occidentale di Creta, assieme ad altre preziosità archeologiche come statue e anfore, uno strano congegno meccanico, di rame e di bronzo, reso quasi irriconoscibile dalle incrostazioni e corrosioni conseguenti dall’essere rimasto per circa 2000 anni sott’acqua. Dopo circa 50 anni rimasto più che altro come una curiosità esposta al Museo Nazionale Archeologico di Atene, questo reperto, dopo aver ricevuto una prima attenzione negli anni 20 da parte di uno studioso greco, negli anni 50 cominciò ad attrarre l’attenzione da parte di grandi studiosi.

Questo congegno, in seguito denominato “il meccanismo di Antikythera” o “il calcolatore di Antikythera”, è ancora in fase di studio ma è ormai certo che si tratta di un molto sofisticato e preciso strumento astronomico somigliante, nella sua meccanica, al più avanzato orologio svizzero del XIX° secolo e unico al mondo tanto da essere ritenuto superiore alla Monna Lisa di Leonardo nella sua perfezione. Era inserito in una scatola di legno dalle dimensioni di circa 30 x 20 x 15 centimetri, quindi molto compatto. E’ composto di 30 ingranaggi accertati ma passibili di esserne molti di più, tutti interconnessi, con 3 quadranti principali, uno sul fronte e due sul retro, alcuni graduati, includenti nella loro ingegneria la meccanica “epicicloidale differenziale” che solo oggi noi abbiamo “inventato” e che usiamo sugli assi delle ruote delle nostre autovetture.

Questo strumento replicava con la massima precisione i movimenti di tutti gli astri del cosmo. Era allo stesso tempo un “planetario” portatile ed uno strumento di previsione dei moti astrali rispetto alla Terra, in un sistema quindi geocentrico, e cioè un Almanacco Astronomico meccanico. Gli studiosi, pur avendo individuato il carattere principale della sua funzione, e cioè il carattere astronomico, come detto, sono in dubbio sulle sue specificità. Era uno strumento ideato per essere usato dagli astronomi??? Dai marinai??? Dalle esibizioni al pubblico??? L’interrogativo rimane ancora aperto.

Le incisioni fatte dal costruttore su questo stumento sono in lingua greca ed includono quelle che sembrano istruzioni operative per il suo uso. Fra queste incisioni sono menzionati Sole, Venere, Marte, 76 anni, 19 anni, eclittica, 223. I quadranti indicano, oltre che Sole, Luna e 365 giorni, anche 235 mesi del ciclo Metonico di 19 anni, 223 mesi del ciclo saros sinodico della Luna di 18 anni e 11 giorni, il triplo di tale ciclo pari a 54 anni, ed il quadruplo del ciclo metonico di 76 anni o ciclo Callippico. Lo strumento mostra anche le principali stelle indicate con una lettera o simbolo greco. Tutto questo a grandi linee per dare un’idea della meraviglia nella quale l’uomo moderno si è imbattuto.

Il congegno di Antikythera risale al II secolo A.C. e si ritiene affondato verso il 100 A.C. Le ultime ricerche su di esso indicano, nonostante le incisioni in greco, l’astronomia babilonese all’origine del suo funzionamento. Il congegno di Antikythera in realtà rappresenta la massima espressione dell’astronomia classica “rotativa” e contemporaneamente, col suo affondamento, la morte definitiva della stessa astronomia “rotativa” Esso rappresentava anche la massima espressione del pensiero scientifico del remoto passato che poneva l’Uomo al centro del Cosmo ed in relazione allo spazio ed al tempo ed alle dimensioni del pianeta.

Pertanto il congegno di Antikythera era il GPS dell’antichità. Compatto e portatile per poter essere trasportato da qualsiasi viaggiatore, marinaio, studioso, cartografo, astronomo, geografo, per terra o per mare, con lo scopo di determinare la posizione geografica del suo possessore. In particolare lo scopo del meccanismo di Antikythera era quello di determinare la longitudine col metodo delle “Distanze Lunari“, visti i tanti precisi riferimenti alla Luna ed ai suoi cicli, rispetto al Sole e rispetto alle stelle e pianeti ed all’eclittica, rilevati sul congegno.

Il calcolo della longitudine è sempre stato un grattacapo ed un problema di difficile soluzione per l’Uomo. Mentre la latitudine è sempre stata facile da calcolare fin dalle più remote antichità a causa dell’inalterabilità e della stabilità dell’asse terrestre, per cui basta prendere con tutta calma di notte l’altezza della Stella Polare, o di chi per essa, sull’orizzonte, in gradi e primi, ed è fatta, è stata “calcolata” la latitudine, oppure con altezze di Sole a mezzogiorno al suo passaggio in meridiano, non così è purtroppo per la longitudine a causa della rotazione continua della Terra che, per rendere l’idea, ci scappa continuamente di sotto. E non possiamo chiedere alla Terra “Fermati un poco, Terra, che devo calcolare la longitudine!!”. La Terra ci risponde “Arrangiati Uomo e spremi le tue meningi!!”.

Ed è stato quello che l’Uomo ha fatto nell’antichità. Il congegno di Antikythera era la messa in pratica di ciò che Ipparco andava predicando e cioè che la longitudine poteva essere calcolata come la differenza fra un tempo assoluto ed il corrispondente tempo locale. Dopo circa 2000 anni le idee di Ipparco furono rese operative fra il 1750 ed il 1850 e molti usarono il metodo delle distanze lunari fino ad oltre il 1900, quindi siamo in grado di valutare appieno la funzione del congegno di Antikythera che in pratica sostituiva l’Almanacco e l’Osservatorio Astronomico dei nostri tempi, ma ripeteva il concetto già descritto all’articolo n. 44, con la differenza che con il congegno di Antikythera il tempo, e quindi la longitudine, era espresso direttamente in gradi e primi, perchè il tempo, fin dalle origini della sua creazione, era ed è, ancora e sempre, una MISURA ANGOLARE, come testimoniato dal congegno stesso.

La costruzione di un tale congegno non si “inventa” dalla sera alla mattina, come si può intuire, Il ciclo Metonico impiega 19 anni, il ciclo Callippico impiega 76 anni, eccetera. Appare ragionevole quindi pensare che questi lunghi cicli siano stati controllati e ricontrollati più e più volte prima di dare il via alla costruzione del nostro congegno. Come si vede si fa presto a raggiungere un periodo di ossertvazioni di 1000 anni, se non di più, Ipparco quindi, come già accennato all’articolo n. 44, similmente ad Aristarco di Samo per l’eliocentrismo, anzichè il primo, fu solo l’ultimo a conoscere l’idea che la longitudine potesse essere calcolata conoscendo i moti della Luna e degli Astri nella fascia zodiacale.

Tutto questo, e molto altro, ci racconta il meccanismo ritrovato di Antikythera.

Ma non avevamo iniziato con i rinnegati??? Chi sono i rinnegati e gli ingannati???

Visto che quest’articolo è già un pò lunghetto e per non annoiare i lettori ne continueremo a parlare nel prossimo articolo.

44 – LA DETERMINAZIONE DELLA LONGITUDINE CON LA LUNA

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Un tavolo coperto da una tovaglia di lino finissimo, ricamata con tanti disegni di fiori di loto colorati e bellissimi lungo i bordi della tovaglia e formanti un cerchio al centro della stessa tovaglia, e imbandito con belle ed appetitose pietanze. Cibi raffinati. Pane croccante di tante qualità. Formaggi deliziosi. Frutta locale ed esotica invitante. Salse gustose. Dolci squisiti. Vini prelibati. Birra spumeggiante. Acqua purissima. Stoviglie di ceramica finissima e posate di oro e altre d’argento. Bicchieri a calice di cristallo. Vasi di alabastro ripieni di fiori multicolori ancora freschi. Al centro e pendente dall’alto un grande candelabro di giada a forma di 4 triangoli MR dal quale discendevano 4 pergamene con la “Confessione Negativa” per coloro che sapevano leggere. La grande sala era illuminata da grandi finestre addobbate con ampie coppie di tende profumate e ricamate ciascuna con una grossa “ankh” di colore dell’oro da un lato ed una asta per misurare dall’altra, entrambi questi segni circondati da fiori di loto e stelle a 5 punte azzurrine, fluttuanti con leggiadria all’alito della piacevole brezza proveniente dal mare Mediterraneo.

All’improvviso la porta si aprì ed una orda di uomini scarna, magra ed affamata si materializzò nella sala. Questi uomini erano dei semi-selvaggi e non avevano mai visto una tale simile ricchezza per cui, intimiditi da tutto quel ben di Dio, cominciarono lentamente e con rispetto e circospezione a prendere posizione intorno al tavolo e, nonostante la fame, osservavano con reverenza le tante prelibatezze sul tavolo imbandito, iniziando timidamente a saggiarne i sapori mai conosciuti prima. Piano piano essi si acclimatarono e, finalmente liberi e disinvolti, mangiarono e bevvero a sazietà dimenticando chi erano e da dove venivano. I cuochi e gli chefs che avevano creato e preparato queste prelibatezze erano già morti da vari millenni ed i loro discendenti erano spariti, emigrati in tanti paesi in giro per il mondo, per cui l’orda di semi-selvaggi non conobbe mai questi creatori artisti da “cordon bleu” e nè i loro nomi. Anzi, non gli interessava proprio, tanto erano ormai pieni solo di loro stessi.

Il tavolo imbandito era il tavolo imbandito della conoscenza della biblioteca di Alessandria d’Egitto a cui tutti i classici greci si erano nutriti di quelli che erano solo i resti dei relitti della sapienza salvati dalla distruzione del centro universale della conoscenza millenaria di On (Heliopolis). Essendo i cuochi autori originali spariti essi, i classici greci, rubando i “diritti di autore”, come diremmo noi oggi, vi si sostituirono compiendo così uno dei più clamorosi plagi della storia. Alcuni si dichiararono i creatori delle salse, altri delle varie pietanze, altri dei formaggi, altri dei dolci, e così via di seguito per tutta la ricchezza giacente nella sala della sapienza e sul tavolo della conoscenza. Ma non durò molto. Mancando le istituzioni lungimiranti e solide della Civiltà, il tavolo e la sala della sapienza dopo poco fu abbandonato ed il mondo precipitò nella Barbarie per oltre 1500 anni.

Dopo tali circa 1500 anni accadde, per le coincidenze del destino, che una seconda orda di uomini semi-selvaggi, scarna, magra ed affamata, allenata solo a pregare ed a combattere con la spada e senza idea di Civiltà, venisse a conoscenza delle tante ricette di pietanze, cibi e dolci prelibati che i classici greci avevano appreso al tavolo imbandito della sapienza e delle quali si erano dichiarati autori. Questa seconda orda di uomini semi-selvaggi era l’orda dell’uomo europeo medioevale che, grazie agli scritti degli arabi, all’improvviso fu come illuminata da un potente faro nella notte buia, faro che rivelava l’esistenza di cibi, pietanze e dolci prelibati della Civiltà sconosciuta a questa seconda orda che, disperata, si precipitò ad alimentarsene, mangiandone e bevendone a sazietà, dando origine al Rinascimento. Ma, forse per aver troppo bevuto, come per i classici greci, questa seconda orda di europei senza idea di Civiltà, inebriatasi ed insuperbitasi e credendosi “prescelta da Dio”, ripetette il plagio già perpetrato dalla prima orda, proclamandosi, con qualche eccezione, l'”inventore” o l'”inventrice” di tutte le ricette culinarie della sapienza e della moderna Civiltà, ciò che diede origine alla “superiorità” e predominio del pensiero giudaico-cristiano perdurante ai giorni nostri.

Una delle pietanze prelibate fu assaggiata da Ipparco, uno degli uomini semi-selvaggi nutritosi al tavolo imbandito della sapienza ad Alessandria d’Egitto, e riguardava la Luna e la longitudine, l’idea cioè che la longitudine in mare ed in tutta la Terra potesse essere misurata osservando il movimento della Luna attraverso le stelle. Quest’idea, dopo i secoli bui, riuscì ad arrivare in qualche modo all’orizzonte del pensiero dell’uomo post-rinascimentale il quale, spinto dalla necessità dei navigatori oceanici e dei cartografi di essere forniti di un sistema che permettesse loro la determinazione della longitudine, iniziò ad incentivare, spingere e svegliare la curiosità, l’attenzione e l’ambizionee dei migliori cervelli dell’epoca per risolvere questo problema. Pian piano si riuscì a capire che quest’idea proveniente dal tavolo imbandito, fra tante suggerite, era quella giusta ma per realizzarla occorreva l’esistenza di un osservatorio astronomico da dove si potesse rilevare e registrare le posizioni delle stelle e della Luna, e degli astri in genere, a tutte le ore e tutti i giorni dell’anno. Fu per soddisfare questa necessità che fu costruito l’osservatorio astronomico di Greenwich alla fine del seicento.

La Luna gira continuamente intorno alla Terra compiendo un giro reale od assoluto ogni 27,3 giorni ed un giro apparente, perchè noi nel frattempo con la Terra ci muoviamo rispetto al Sole e per ritornare alla stessa fase lunare, ogni 29,5 giorni. Ogni giorno quindi la Luna si muove di (360° / 27,3 =) 13,2 gradi corrispondenti per ciascuna ora a (13,2 / 24 =) 0,5 gradi. Sarebbe però più appropriato considerare il giro apparente di 29,5 giorni facendo 360°/29,5 = 12,2 gradi, e 12,2/24 = 0,5 gradi.  0,5 gradi sono 0° 30′, trenta primi, i quali sono anche il diametro della stessa Luna. Pertanto la Luna ogni ora si sposta nel cielo lungo la fascia zodiacale del suo stesso diametro. La Luna cioè scivola lungo l’eclittica, che è la linea che definisce la fascia zodiacale, allo stesso modo come una lancetta dell’orologio scorre lungo i numeri delle ore dal 1 al 12, con la differenza che la Luna si muove lungo l’eclittica in senso antiorario anzichè in senso orario. Essa si scosta dall’eclittica al massimo di solo 5 gradi e, con le eclissi, che avvengono sempre sull’eclittica, ne è una marcatrice perfetta. La Luna ripete precisamente i suoi cicli in sincronia con gli altri astri ogni 19 anni, periodo chiamato “ciclo Metonico”.

La Luna quindi, come una avanguardia inviata in avanscoperta da un condottiero di un esercito, è molto più veloce del Sole nel suo percorso di rivoluzione sull’eclittica nella fascia zodiacale. Questo suo distanziarsi palpabilmente e visivamente dal Sole, dalle stelle e dai pianeti che raggiunge e sorpassa continuamente nella fascia zodiacale diede origine così al calcolo della longitudine col metodo denominato delle “Distanze Lunari” in pieno uso fra il 1750 ed il 1850 anche se molti lo usarono fino agli inizi del 1900 allorchè, con l’avvento della radiotelegrafia, molte navi e operatori astronomici e geografici poterono acquistare, ad un costo non esorbitante, un cronometro, detto cronometro marino, che, pur se elaborato dall’inglese Harrison verso il 1750, fu solo con l’avvento della radiotelegrafia che poteva così essere giornalmente corretto o risettato attraverso i “segnali orario” che la radiotelegrafia rendeva disponibili in qualsiasi parte del mondo uno si trovasse.

Il metodo delle “Distanze Lunari” è concettualmente semplice e consiste nel comparare l’ora locale con l’ora dell’Osservatorio Astronomico alla quale si è effettuata la stessa osservazione poichè la loro differenza dà il valore della longitudine. L’ora locale la si ottiene in genere col Sole alla sua massima altezza a mezzogiorno, al passaggio in meridiano, portando in tale istante le lancette di un orologio qualsiasi sulle 12.00.

Per il raggiungimento di questo obiettivo pertanto si iniziarono a registrare all’Osservatorio di Greenwich tutti i giorni ed a tutte le ore di visibilità della Luna, le distanze angolari fra la stessa Luna e gli altri astri visibili della fascia zodiacale, o vicino ad essa, con le quali si prepararono delle tabelle di previsione, basate sul “ciclo Metonico”, per gli anni successivi e relative alle stesse osservazioni. Queste tabelle, o Tavole della Luna furono all’origine dell’Almanacco Astronomico o Effemeridi. Oltre al Sole, le stelle maggiormente interessanti per il detto scopo dentro la fascia zodiacale erano e sono Aldebaran, Polluce, Regolo, Spica, Zuben-el-genubi, Antares, Nunki, Schedar, oltre naturalmente ai pianeti Marte, Giove, Saturno, Venere e Mercurio.

Una volta sistemato il nostro orologio sull’ora locale come detto, e per esempio osserviamo con un sestante o misuratore di angoli, alle 20.15 del nostro orologio per il 21 Giugno che la distanza lunare angolare fra la Luna e la stella Spica è di 13° 42′ e dall’Almanacco Astronomico in nostro possesso rileviamo per la stessa data che lo stesso angolo di 13° 42′ fra la Luna e la stella Spica è osservabile all’Osservatorio di Greenwich alle ore 22.45 ciò significa che la nostra longitudine è 22.45 meno 20.15 = 2 ore e 30 minuti ovest che trasformata in gradi risulta 37° 30′ ovest.

Naturalmente il calcolo reale era più complesso perchè bisognava apportare le correzioni per la parallase e la rifrazione ed altre correzioni, e per le necessarie interpolazioni, data la complessità dei parametri del moto lunare. Da tenere presente inoltre che durante tutto il periodo in cui tale sistema fu usato ogni importante nazione aveva il suo meridiano di riferimento al quale bisognava riferirsi se in possesso di un Almanacco Astronomico della stessa Nazione. Ma concettualmente il semplice calcolo era quello mostrato. Per la completezza dell’informazione bisogna anche dire che la Luna, a causa della rotazione giornaliera della Terra, passa dall’essere, fra Sole Luna e stelle, l’elemnto più veloce nel suo moto di rivoluzione all’essere l’elemento più lento per la detta rotazione giornaliera. Le stelle passano in meridiano ogni 23 ore 56 minuti, il Sole ogni 24 ore e la Luna ogni 24 ore e 50 minuti circa.

Questo sistema delle distanze lunari fu usato, oltre che in mare, anche per l’iniziale mappatura degli Stati Uniti d’America fino alla costa occidentale della California, e fu usato per la mappatura iniziale del Canada fino agli estremi confini occidentali. oltre che in altre parti del mondo. Questo sistema però, per quanto semplice, non era molto preciso avendo una approssimazione in mare fra le 8 e le 15 miglia marine (fra 15 e 28 km) nelle migliori condizioni di osservazione e sulla terra ferma intorno alle 5 miglia marine (9 km) o forse meno.
Uno dei migliori, se non il migliore, osservatore ed estimatore di questo sisstema in mare fu Joshua Slocum, il primo circumnavigatore del mondo in barca a vela in solitario, autore di un affascinante libro il cui titolo è “Solo intorno al mondo”. In esso Slocum descrive come il suo miglior risultato col sistema delle distanze lunari sia stato un errore di sole 5 miglia durante la traversata del Pacifico alla fine dell’ottocento. Secondo Slocum questo sistema è “mirabilmente edificante e non c’è niente nel campo della navigazione che possa sollevare di più il cuore verso l’adorazione”.

Nonostante il notevole margine di approssimazione per i nostri standard odierni appare abbastanza chiaramente però che il metodo delle distanze lunari per il calcolo della longitudine, data la sua semplicità e facile messa in pratica, per terra e per mare, da qualsiasi Civiltà degna di questo nome anche se non tecnologicizzata, possa essere stato usato in tempi arcaici dagli stessi Egiziani, Sumeri, Polinesiani ed altri nei loro viaggi intorno al mondo. Ed è pertanto ragionevole pensare che la memoria di queste nozioni sia stata conservata al centro universale della conoscenza di On e di là finito quale relitto salvato sul tavolo imbandito della sapienza al quale Ipparco mangiò e bevve a sazietà.

Dopo il suo oblio ci sono voluti 2000 anni perchè l’iniziale “input” di Ipparco si sia potuto realizzare in tempi quasi recentissimi, come detto, e dopo secoli di lavoro delle meningi dei migliori cervelli del pianeta prima che, dopo tanti affanni e difficoltà, finalmente si riuscisse a trovare una soluzione ragionevolmente pratica ed attuabile. Non sarebbe illogico pertanto ritenere che sia intercorso altrettanto tempo prima di Ipparco dall’epoca dell’abbandono di questo sistema che richiede comunque, oltre ad una profonda conoscenza dell’astronomia, una conoscenza dei “tempi” e della loro importanza per poter essere “inventato”. Tutto sembra indicarci come l’epoca del 3000 A.C. possa essere stata l’inizio della perdita della sapienza o conoscenza.

In questo contesto appare anche giustificata l’importanza che nell’arcaico passato si è data alla Luna, Regina dell’Universo, Regina d’Amore e Regina di Civiltà, Regina di Vita e Regina della Misura, Regina del Cosmo e Regina della Rinascita, tutte qualità rappresentate dalla Dea Iside e dal fior di loto, dalla “Ankh” e dall’asta misuratrice, presenti nella sala imbandita della sapienza, assieme al triangolo MR, alle stelle a 5 punte ed alla “Confessione Negativa“, la vera anima della Civiltà in ogni tempo, ove matematica, geometria, armonia, misura, equilibrio, rispetto per la Vita e rispetto per la natura, cosmologia ed Amore si fondevano in una sola ed unica entità, secondo gli insegnamenti dei Padri della Civiltà. .

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Nota Aggiuntiva del 30.08.2012, per una miglior chiarificazione.

Il calcolo della longitudine è sempre stato un grattacapo ed un problema di difficile soluzione per l’Uomo. Mentre la latitudine è sempre stata facile da calcolare fin dalle più remote antichità a causa dell’inalterabilità e della stabilità dell’asse terrestre con una inclinazione fissa sull’eclittica, per cui basta prendere con tutta calma di notte l’altezza della Stella Polare, o di chi per essa, sull’orizzonte, in gradi e primi, ed è fatta, è stata “calcolata” la latitudine, oppure con altezze di Sole a mezzogiorno al suo passaggio in meridiano, non così è purtroppo per la longitudine a causa della rotazione continua della Terra che, per rendere l’idea, ci scappa continuamente di sotto. E non possiamo chiedere alla Terra: “Fermati un poco, Terra, che devo calcolare la longitudine”!!